L’intelligenza artificiale è utilizzata per produrre romanzi in tempi più rapidi
STATI UNITI D’AMERICA.
Con l’aumento della digitalizzazione, nel nostro mondo la richiesta di informazioni accelerano di pari passo con l’aumento dei consumi, tutto ciò fa sentire i produttori frustrati perché sotto pressione. anche i freelance che sfornano libri più velocemente che mai non ne sono immuni.
Difficilmente riusciamo a immaginare un singolo scrittore scrivere un romanzo in nove settimane, eppure queste persone esistono, una di queste è la scrittrice Jennifer Lepp.
Lepp ha assicurato In un’intervista con The Verge che impiega anche solo 49 giorni per scrivere un romanzo completo.
Un romanzo in 49 giorni, come è possibile?
“E se fosse scritto da un computer?”
Lepp, un’autrice freelance che commercializza le sue opere sotto lo pseudonimo di Leanne Leeds nel sottogenere “misterio paranormal acogedor”, ha chiesto ai suoi lettori quanto tempo sono disposti ad attendere tra la pubblicazione di un romanzo a l’altro prima di abbandonare lo scrittore,nella mailing list hanno risposto: “4 mesi”.
dopo questo confronto diretto la Lepp ha chiesto di diventare una beta tester per Sudowrite, un programma di intelligenza artificiale (AI) utilizzato come strumento per aiutarla a scrivere e finire più velocemente il suo romanzo
I software di AI inizialmente si limitavano alla correzione ortografica, correggevano la punteggiatura e traducevano testi, Sudowrite è andato ben oltre, riesce a prevedere le parole che seguiranno nel romanzo, l’ambientazione, il colore delle espressioni , il tono di voce e così via.
Sudowrite, progettato dagli sviluppatori diventati poi autori di fantascienza Amit Gupta e James Yu, è uno dei tanti programmi di scrittura di intelligenza artificiale basati sul modello di linguaggio di OpenAI GPT-3, che sono stati lanciati da quando è stato aperto agli sviluppatori l’anno scorso.
“Sudowrite” ottimizza i paragrafi, singole sezioni dando anche ispirazione per passaggi specifici.
Nasce per gli scrittori di narrativa. Gli autori incollano ciò che hanno scritto, selezionano alcune parole e fanno in modo che l’Intelligenza Artificiale le riscriva utilizzando ad esempio un tono minaccioso, magari esprimendo un conflitto interiore, proponendo un colpo di scena o che generi una descrizioni utilizzando una o piu metafore.
In Sudowrite è assente il tocco umano.
L’ AI sembra creativa ma non ha la coscienza di sé, non ha immaginazione,non può improvvisare ma soltanto simulare una sensazione.
Quando a una AI ( intelligenza artificiale) chiediamo se è più pesante una balena o un pesce rosso, il software può dirci che il pesce rosso è il più pesante, non facendo distinzione tra i due pesci perchè nella domanda che forniamo non ci sono input per valutare il peso dei due pesci.
E se chiediamo cosa ha detto Napoleone sugli hamburger?Ci dirà:
“Gli hamburger sono il cibo degli dei”.
Questa risposta verrà generata basandosi solo su un calcolo di probabilità e nulla di più.
Il software pecca di empatia.
Pur riconoscendo i limiti di questo software non sono rimasto immune al suo fascino.
Inizialmente perplesso sull’utilizzo di Sudowrite, ho analizzato che la nostra vita è già impregnata di software per l’ apprendimento automatico per le inteligenza artificiale; quando facciamo acquisti online ci viene suggerito un prodotto che gradiamo, lo stesso Google che prevede le parole da inserire per una nostra ricerca online, adotta l’intelligenza artificiale per guidarci nel WEB.
Quanti scrittori accetteranno l’IA e come potrebbe influenzare la vendita dei libri in futuro è una questione aperta, l’unica certezza è che lo storytelling di I.A. è un argomento che accompagnerà anche l’editoria in futuro.
Vuoi provare SUDOWRITE? collegati qui
Ho scritto questo articolo perché non ho mai gradito le AI in nessun campo,e non ho mai immaginato che si potesse arrivare a certi risultati.
Ciò che riguarda l’Intelligenza artificiale è la nostra ultima evoluzione?
Ci evolviamo per utilizzare meno il nostro cervello…
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